È una mattina luminosa a Napoli, e la città sembra respirare con un ritmo più lento. Salire sulla collina del Vomero è sempre un’esperienza che prepara l’animo: la vista si allarga progressivamente, svelando l’abbraccio del Golfo, la massa maestosa del Vesuvio e le sagome lontane di Capri e Ischia. Qui, nel cuore di questo panorama, si trova un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato: la Certosa e il Museo di San Martino.
Un ingresso tra storia e quiete
Attraverso il grande portale d’ingresso, ci si trova immersi in un’atmosfera di tranquillità che contrasta con il brulicare della città sottostante. Il Chiostro Grande, con il suo elegante colonnato e il giardino centrale, invita alla contemplazione. Ogni dettaglio parla di un passato glorioso, dalle statue marmoree ai busti silenti che sembrano osservare i visitatori.
Mentre cammino, un leggero fruscio accompagna il passo: è il vento che muove le foglie e porta con sé il profumo dei fiori e dell’antica pietra. Uno scenario che da secoli ha ispirato monaci, artisti e ora anche semplici ammiratori come me.
La chiesa: un tesoro di arte barocca
Entrando nella chiesa della Certosa, lo sguardo viene rapito dalla magnificenza degli affreschi e delle decorazioni. Sopra di me, la volta affrescata da Giovanni Lanfranco racconta l’Ascensione di Cristo con colori vivi e prospettive che sembrano sfidare le leggi della gravità. Accanto, le tele di Ribera colpiscono per l’intensità delle espressioni: volti scolpiti dal tempo e dalla fede.
Camminando lungo la navata, è impossibile non soffermarsi sui dettagli delle cappelle laterali, ogni angolo sembra custodire un pezzo di storia. I giochi di luce che filtrano dalle finestre rendono ogni spazio ancora più suggestivo, come se il divino volesse manifestarsi nei riflessi e nei chiaroscuri.
Il Museo: un viaggio nella Napoli che fu
Passando agli spazi del Museo Nazionale di San Martino, la visita si trasforma in un viaggio nella storia di Napoli. Il punto più emozionante? Senza dubbio il Presepe Cuciniello: un’installazione straordinaria che cattura non solo la natività, ma l’essenza della vita napoletana del passato, con personaggi e scene che raccontano storie di quotidianità e fede.
Tra le sale si trovano anche reperti legati alla monarchia borbonica, come la maestosa lancia reale e la carrozza di Maria Cristina di Savoia, testimonianze di un’epoca di sfarzo e potere. Ogni pezzo sembra avere una voce, un frammento di memoria che aggiunge profondità alla visita.
Un finale con vista
La passeggiata si conclude sulla terrazza panoramica. Davanti agli occhi si apre uno dei panorami più belli del mondo: Napoli si stende sotto di me, con il Vesuvio che veglia sulla città e il mare che sembra unirsi al cielo. È un momento di pura meraviglia, il tipo di vista che ti ricorda quanto sia straordinaria questa città.
Mentre mi avvio verso l’uscita, mi sento arricchito. La Certosa e il Museo di San Martino non sono solo un luogo di bellezza artistica, ma un portale verso la storia e l’anima di Napoli, un incontro tra sacro e profano, passato e presente. Un luogo che, una volta visitato, resta nel cuore.