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Teatro San Ferdinando

Il Teatro San Ferdinando è un luogo simbolo della tradizione culturale e teatrale di Napoli. Situato nel cuore della città, nel quartiere di Porta San Gennaro, è uno dei più antichi teatri napoletani, con una storia che intreccia arte, rinascita e identità locale.

La nascita del teatro

Fondato nel 1791 dall’architetto Camillo Leonti, il teatro nacque per offrire uno spazio dedicato all’opera buffa, genere amato a Napoli. Deve il suo nome a San Ferdinando, un omaggio che seguiva la consuetudine di dedicare edifici pubblici a santi, piuttosto che a sovrani, nonostante le leggende lo leghino a Ferdinando IV di Borbone.

Inizialmente, il San Ferdinando si caratterizzava come un teatro popolare, rivolto a un pubblico borghese e meno elitario rispetto al prestigioso Teatro di San Carlo. Nel corso dell’800 ospitò spettacoli di compagnie minori e amatoriali, pur attraversando periodi di difficoltà a causa di gestioni poco efficienti.

La distruzione durante la guerra e la rinascita con Eduardo De Filippo

La Seconda Guerra Mondiale segnò una drammatica battuta d’arresto: nel 1943, il teatro fu gravemente danneggiato dai bombardamenti, rimanendo in macerie per anni. Solo il palcoscenico riuscì a resistere intatto.

Nel 1948, Eduardo De Filippo acquistò il teatro, trasformandolo nella sua “casa artistica”. L’attore e drammaturgo napoletano lo fece restaurare a proprie spese, indebitandosi pesantemente, e lo trasformò in un laboratorio per le sue opere. Eduardo lo definiva “il teatro della verità”, uno spazio per dare voce alle problematiche sociali e culturali di Napoli, incentrato sul teatro in lingua napoletana e sulla tradizione comica e drammatica. Qui si tennero spettacoli celebri, tra cui molte delle sue opere immortali.

La chiusura e il restauro

Dopo la morte di Eduardo, il teatro chiuse i battenti negli anni ’80, diventando un magazzino e un archivio per i ricordi teatrali del maestro. Nel 1996, il figlio di Eduardo, Luca De Filippo, donò il teatro al Comune di Napoli, che avviò un lungo processo di restauro. Finalmente, nel 2007, il Teatro San Ferdinando riaprì al pubblico con una produzione simbolica: La tempesta di William Shakespeare, tradotta in napoletano da Eduardo stesso.

Un museo e un luogo di memoria

Oggi, oltre alla sua funzione teatrale, il San Ferdinando è anche un museo. Al suo interno sono custoditi cimeli di grandi attori napoletani come Eduardo, Nino Taranto e Pupella Maggio. Tra gli oggetti esposti ci sono costumi, fotografie e la celebre bombetta di Totò.
Sulle pareti spicca un mosaico dedicato a Pulcinella, realizzato da Titina De Filippo, mentre il camerino principale è dedicato alla memoria di Eduardo, con oggetti personali che testimoniano il suo legame con il teatro.

Il Teatro San Ferdinando oggi

Gestito dal Teatro Stabile di Napoli, il San Ferdinando continua a essere un punto di riferimento per la cultura partenopea. La sua programmazione alterna produzioni contemporanee a opere classiche, portando avanti l’eredità di Eduardo e della tradizione teatrale napoletana.

Il San Ferdinando non è solo un luogo fisico, ma un simbolo del legame profondo tra Napoli, il teatro e le storie che raccontano la sua gente. Visitandolo, si percepisce l’eco delle voci e delle risate che, per oltre due secoli, hanno attraversato il suo palco. Un’esperienza che tocca il cuore di chiunque ami l’arte e la cultura napoletana.

Dove si trova

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